Malala Andrialavidrazana, artista e fotografa nata in Madagascar e che attualmente vive e lavora a Parigi, presenta Figures, prima mostra personale a Bolzano.
Nella serie Figures, iniziata nel 2015, Andrialavidrazana sovverte quegli archivi visivi e iconografici di ampio uso comune che le potenze coloniali, a partire dal 19. secolo fino ai giorni nostri, hanno utilizzato per esercitare la loro autorità. Questi materiali, quali vecchie mappe geografiche, banconote, francobolli o copertine di album sono stati nel tempo trasmessi da persona a persona direttamente, fino alle generazioni successive e superando i confini geografici tra i diversi stati. Attraverso la macchina fotografica dotata di speciali lenti vintage in uso tra gli anni ’70 e ’80 l’artista coglie e estrapola dai documenti originali i soggetti iconografici rilevanti e, nella fase successiva, li rielabora attraverso un minuzioso processo digitale. Gli elementi simbolici estrapolati vengono ricomposti e sovrapposti su piani diversi, modificandone concettualmente la prospettiva rispetto alle rappresentazioni convenzionali. Riscrivere una mappa significa, per l’artista, riappropriarsi del mondo, possederlo e condividerlo attraverso la narrazione di una nuova storia. Le opere di Malala Andrialavidrazana spingono lo spettatore a viaggiare con la mente attraverso i luoghi e attraverso i tempi, a creare nuove narrative, a fondere le ispirazioni e superare gli stereotipi. Ma anche ad intraprendere un viaggio dentro sé stessi arrivando a (ri)conoscere i propri riferimenti, aprendo così alla possibilità di cambiare punto di vista e ricominciare ad osservare.
Malala Andrialavidrazana è nata in Madagascar nel 1971 e vive a Parigi dal 1980. È un'artista visiva con una formazione in architettura; si è infatti diplomata alla Scuola di architettura “La Villette” di Parigi nel 1996. Le sue ricerche sono incentrate sulle barriere e sulle interazioni tra diversi contesti culturali che lei esplora attraverso la fotografia. I cambiamenti sociali e le strutture spaziali nel mondo globalizzato sono al centro della sua ricerca artistica. Esaminando gli spazi interstiziali, Malala propone un orizzonte aperto in cui i confini non esistono.
Le sue opere sono state esposte in diverse istituzioni internazionali come:
Changjiang International Photography & Video Biennial (Cina 2017); Kalmar Konstmuseum (Svezia 2017); PAC (Milano, 2017); Lyon Biennial (Francia, 2017); Fondation Donwahi (Costa d’Avorio, 2016), Bamako Encounters (Mali, 2005/2015), Théâtre National de Chaillot (Francia, 2015), New Church Museum (Sud Africa, 2014), La Maison Rouge (Francia, 2014), SUD Triennial (Camerun, 2013), Gulbenkian Foundation (Portogallo/Francia, 2013), SAVVY (Germania, 2013), Focus Mumbai (India, 2013), Biennale Bénin (Benin, 2012), KZNSA (Sud Africa, 2012), Tiwani (Regno Unito, 2012), DIPE (Cina, 2011), Pan African Festival (Algeria, 2009), UCCA (Cina, 2008), Centrale Electrique (Belgio, 2007), Rencontres d’Arles (Francia, 2007), Herzliya Museum (Israele, 2007), Force de l’art (Francia, 2006). Opere di Malala sono inoltre state acquisite da diverse collezioni pubbliche e private tra cui: Aperture Foundation (USA), Antoine de Galbert (Francia) Doual’art (Camerun), National Gallery (Zimbabwe), Revue Noire (Francia).